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2025

5° edizione | 7-9 novembre 2025
Teatro Eden e Villa Paolina, Viareggio

"Il desiderio rende larga la vita"

Massimo Recalcati

Desiderare è umano. È l’atto più vitale e creativo che ci appartenga. Prima di ogni altra cosa, il desiderio è creazione, produzione, affermazione. È la forza che ci spinge a costruire, a immaginare, a vivere intensamente, a dire "sì" alla vita in tutta la sua espansione. Il desiderio è la forza con cui costruiamo attivamente la nostra vita e il nostro mondo. “Desiderare è costruire un concatenamento, costruire un insieme”, diceva Gilles Deleuze.

 

Eppure, questa potenza creativa nasce da un paradosso fondamentale e vive in una tensione costante. Perché il desiderio è, insieme, anche mancanza. E questa mancanza ci mette in cammino. Come scrivono Vittorio Gallese e Ugo Morelli, "la mancanza è ciò che non siamo ancora: scopriamo che la mancanza è anche l'utero del possibile". E' perché non siamo ancora qualcosa che creiamo possibilità nuove, che sperimentiamo forme nuove di esistenza. Oggi, in un tempo in cui tutto sembra a portata di mano, questa tensione rischia di spegnersi. Desideriamo per consumare, per colmare vuoti immediati, illusi di poter cancellare ogni mancanza con risposte immediate, relazioni effimere, consumi che promettono felicità preconfezionata. Eppure, più riempiamo i nostri giorni, più ci sentiamo stranieri a noi stessi. Perché?

Perché il desiderio autentico non è possedere, ma abitare il non-ancora. È la forza che trasforma la mancanza in un motore di creatività e legami. Il desiderio è la cifra della nostra umanità. La gioia imperfetta di chi accetta di mancare, e per questo continua a camminare. Senza di esso, diventiamo automi, nient'altro che delle funzioni: efficienti, prevedibili, ma privi di quella mancanza costitutiva che ci fa amare, creare, ribellarci. Il desiderio autentico, quello che ci sveglia nel cuore della notte con domande scomode, è un atto di resistenza. È ribellione contro l’omologazione. «Desiderare è dire no alla vita addomesticata», scriveva Lacan. Resiste alla logica del tutto e subito, alla piattezza di un mondo senza attesa.

Il desiderio non mira soltanto al futuro, ma anche a ripensare una storia: ogni memoria contiene il seme di un possibile ritorno, trasformato. Senza un passato che ci interroga, il domani è solo un vuoto. 

Il desiderio é un’arte che ci rende poeti: trasformiamo il non-ancora in versi, in musica, in passi di danza. Ci tiene giovani: anche a 80 anni, desiderare è segno di vita. «Il vero vecchio è chi ha smesso di attendere», diceva Borges; e ci unisce: desideriamo sempre qualcosa o qualcuno, e in quel movimento scopriamo di non essere soli.

 

In quest'edizione di Mèlosmente, vogliamo riscoprire il desiderio nella sua interezza: come slancio vitale creativo e come forza che nasce dalla mancanza. Il motore di ogni cambiamento, il battito nascosto di ogni sogno che allarga, incessantemente, i confini della nostra vita.

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TENETEVI PRONTI.
Il programma sta per svelarsi!

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